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Amici
di Israele Ieri, oggi, domani L’ambasciatore
israeliano in Italia, l’ottimo Naor Gilon, svolge il suo incarico con grande
professionalità e dedizione e quando dice che esiste un problema tecnico per
organizzare la visita di Matto Salvini in Israele, dice il vero. In Israele
si discute la legge di Bilancio alla Knesset e conoscendo il particolare
scrupoli dei politici israeliani, questo sarebbe sicuramente il momento
peggiore per ricevere ospiti. Tutto ciò però non significa affatto che non vi
sia anche un qualche problema evidente da parte delle forze politiche
israeliane nel trovarsi di fronte il capo leghista. La ragione di un qualche
sconcerto, se non proprio di imbarazzo, non è tanto dovuta alle relazioni che
Salvini intrattiene con i neofascisti di Casa Pound, che magari in Israele nemmeno
conoscono. Lo Stato ebraico sa bene che l’Italia detiene destre pittoresche e
badate che nessuno a Gerusalemme si è mai dimenticati quella radice fascista
che nel nostro paese ha consentito di applicare leggi razziali e deportazioni
contro il popolo ebraico. Piuttosto, gli ebrei confidano sulle azioni
avventate degli italiani capaci poi di negare quanto fatto, il razzismo, il
fascismo, persino Mussolini. La loro preoccupazione è che nonostante
trascorsi storici compromettenti, che in verità riguardano molti leader e
forze politiche, non necessariamente eredi della destra nazionale, si possa
dare sostegno ad Israele nel presente, anche solo dall’oggi al domani. Questo
non perché lo Stato ebraico sia di bocca buona, ma perché quando ci si
ritrova con una minaccia mortale sulla testa, si può sempre aver bisogno di
amici per superare la giornata. Sotto questo profilo un alleato di un nemico
di oggi può creare più problemi ad Israele di un suo nemico di ieri. Il
motivo delle difficoltà con Salvini, derivano esclusivamente dai rapporti con
il Fronte National di Marine Le Pen. Israele teme molto una escalation di
quel partito in Francia, così come lo temono gli stessi ebrei francesi. È
questo il problema vero ed è ovviamente un problema grave e dovrebbe esserlo
anche per il presidente Berlusconi che resta a tutt’oggi considerato uno dei
migliori amici di Israele nel mondo occidentale. Può darsi che la presenza
del leader di Forza Italia alla manifestazione di Bologna abbia entusiasmato
un elettorato timoroso di non vedere più raffermarsi l’unità del
centrodestra, come si legge su “Il Giornale” di Sallusti. Basta solo che
Berlusconi non tenga a mantenere il prestigio che Israele gli ha sempre e
comunque riconosciuto fino a questo momento. Se può farne a meno meglio per
lui. Per quel che ci riguarda, noi, senza l’amicizia di Israele, non vivremmo
politicamente un solo giorno. Roma, 11
novembre 2015 |
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